Valderice e i suoi meravigliosi dintorni

Immersa nel verde e vicinissima al mare e ai punti di interesse culturale e storico della provincia di Trapani.

Valderice anticamente chiamato Paparella, è un comune italiano della provincia di Trapani della Sicilia. Il comune è nato a seguito della divisione del comune di Monte San Giuliano in quelli di Erice, Valderice, Custonaci e Buseto Palizzolo.

Rappresenta il comune capoluogo, oltre che il più popoloso, dei cinque comuni elimo-ericini, gli altri quattro sono: Paceco, Custonaci, San Vito Lo Capo, Buseto Palizzolo e per popolazione è l'ottavo comune della provincia.
Valderice, immersa nel verde, offre diversi scenari paesaggistici: colline, zone selvatiche per flora e per fauna, cristalline spiagge e scogliere, paesaggi intatti, che fanno del paese uno dei luoghi più ambiti di villeggiatura, soprattutto durante l'estate.

Il Comune comprende tre stazioni balneari quali: Bonagia, Lido Valderice e la spiaggia di Rio Forgia.

Città Medievale. Sede del centro Scientifico "Ettore Maiorana ". Luogo di convegni scientifici e letterari tra i più annoverati scienziati del mondo, orgoglio del Prof. Antonino Zichichi. Perla del mediterraneo, di notevole interesse storico, culturale e naturalistico.

San Vito lo Capo, borgo marinaro per eccellenza, è puro sinonimo di vacanza, spensieratezza, divertimento e gite. Essa è racchiusa in una piccola baia compresa tra la splendida Riserva Naturale dello Zingaro e la Riserva del Monte Cofano. La spiaggia è bellissima, lunga e molto larga, di finissima sabbia bianca, bagnata da un mare turchese, limpido, trasparente che molto spesso sembra di essere immersi nelle spiagge caraibiche.

San Vito lo Capo è conosciuta a livello mondiale per le diverse manifestazioni che vengono attuate dal comune. Ad esempio a Settembre, la gara del Cous Cous Fest, è un dilagare continuo di sapori, emozioni e colori. Essa proclama la sfida enogastronomica tra gli Chef dei paesi del Mediterraneo che nei tempi remoti si sono succeduti in Sicilia. Grazie a quest'occasione, i turisti siedono a un'unica tavola, festeggiando e onorando il cous cous, sia quello dal gusto tradizionale sia nelle altre versioni. Alla fine della gara, una giuria di esperti decreta il "miglior cous cous" dell'anno.

Tra un evento e l'altro e tra una degustazione e l'altra, San Vito lo Capo invita il turista all'attività di snorkeling. Per tanto ci sono percorsi subacquei tra grotte, cavità e pareti costiere a picco sul mare fino alle splendide secche e al Museo Sommerso.

Luoghi suggestivi... Profumi e Sapori si fondono dando vita ad un paesaggio dai colori forti ed intensi, tipicamente della "Macchia Mediterranea".

Castellammare del Golfo è un comune italiano di 15.201 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia.

Basa la sua economia sul turismo e, meno che in passato, sulla viticoltura e la pesca. Ogni due anni vi si celebra la rievocazione storica dell'attacco al porto da parte degli inglesi, sventato, secondo la leggenda, dall'arrivo della Madonna di l'assicursu (Madonna del soccorso).

La cittadina sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici e dà il nome all'omonimo golfo prospiciente il castello, delimitato a est da capo Rama e a ovest da capo San Vito.

Secondo lo storico greco Tucidide l'antica Segesta fu fondata dagli Elimi, una comunità di profughi troiani che vi si stabilì attorno al VI sec. a.C. La città cadde poi nelle mani dei Greci e dei Fenici, prima di allearsi con l'Impero Romano, che le recò grande rispetto, proprio in virtù delle comuni origini iliache. Nell'area archeologica si ammirano, oltre ai resti delle mura e dell'agorà;, il Tempio e il Teatro Greco. Il primo splendidamente conservato, è considerato uno dei maggiori esempi esistenti di architettura dorica, il secondo, nonostante le mutilazioni del tempo, non manca di suscitare l'ammirazione degli osservatori e l'interesse degli studiosi.

Per chi ama il trekking o la mountain bike, un comodo sentiero, permette di effettuare il percorso sulla costa. Per i più audaci e con buone doti atletiche si propone la salita in vetta. Sulla cima si potrà ammirare un panorama mozzafiato che spazia a 360°. Davvero un'esperienza unica. Se l'escursione avviene in piena estate si consiglia, vivamente, di evitare le ore più calde.

Il territorio della Riserva si estende sulla mole imponente di un massiccio promontorio calcareo proteso sul mare, che raggiunge 659 metri di quota immediatamente a ovest della zona interessata dalla Riserva dello Zingaro, all'estrema punta sud dell'omonimo Golfo chiuso a nord da Capo S. Vito. Si tratta di un promontorio dolomitico del giurassico la cui vegetazione, tipicamente mediterranea, presenta soprattutto aspetti di gariga a palma nana e ampelodesma.

Le pareti rocciose si presentano aspre e ripide, soprattutto sul versante nord-occidentale, superata Punta del Saraceno in direzione sud-ovest, dove scendono a picco sul mare, creando piccole e deliziose calette. Una stradella della Forestale giunge fin quasi in prossimità della vetta, partendo da Piano Alastre.

Torre della Tonnara: Interessanti anche le due torri che si trovano attorno a Monte Cofano, all'interno della Riserva. Una è quella di San Giovanni sul versante di Custonaci e l'altra quella della Tonnara (nella foto a sinistra) sul versante che guarda a San Vito. Le torri facevano parte del sistema di fortificazioni esistenti sulle coste siciliane a difesa dai pirati turchi.

La riserva ospita diverse specie di uccelli alcuni anche rari come il falco pellegrino, il gheppio e la poiana. Tra le specie rupestri tipiche di quest'area si possono osservare il corvo imperiale, il colombo selvatico, il rondone e, tra le specie marine, è comune il gabbiano.

Diverse le grotte che si aprono lungo il litorale di Custonaci, importanti sotto il profilo geologico e paleontologico. Di particolare rilevanza, quelle che si trovano in località Scurati. Queste grotte presentano tracce di insediamenti del periodo preistorico di grande valore come fossili, armi, utensili di selce, graffiti, risalenti fino al Paleolitico Superiore. Nell'800 furono rifugio per gli eremiti, durante l'ultima guerra divennero ricovero degli sfollati, ancora oggi vengono utilizzate come riparo per animali e deposito di masserizie e attrezzi di lavoro.

All'interno di Grotta Scurati, in particolare, esiste un vecchio agglomerato rurale, costituito da casette ad un solo piano, una cappella e stradine acciottolate. Di notevole interesse sono inoltre le incisioni presenti sulle pareti della grotta, risalenti al Paleolitico superiore. All'interno di grotta Miceli, si trovano incisioni lineari del Paleolitico superiore.

Le saline costituiscono un elemento inconfondibile della costa occidentale siciliana, da Trapani a Marsala, con i loro grandi mulini a vento, con i vasti specchi d'acqua e i canali, con i grandi mucchi di sale ricoperti da tegole di terracotta: un paesaggio che è rimasto lo stesso nei secoli e nel quale, in primavera ed in autunno, si possono trovare uccelli migratori. Nel passato le saline erano più numerose e una larga fetta della popolazione trapanese vi trovava lavoro, sia pure stagionale; anche il porto ne traeva vantaggio, perchè l'esportazione del sale veniva effettuata esclusivamente con navi a vela o a vapore: venivano dalla Norvegia, dalla Svezia, dalla Danimarca, dall'Inghilterra... Ma nel primo e nel secondo dopoguerra molte saline sono state abbandonate.

E molti mulini a vento, i grandi mulini a stella, sono stati demoliti o sono scomparsi, come è scomparsa, soppiantata da una macchina più moderna, la figura del mulinare. Perciò siamo grati all'Azienda Provinciale per il Turismo di Trapani che ne ha restaurato alcuni, includendo la visita ai mulini fra gli itinerari turistici della provincia.

Marsala km 30 con le sue famose Cantine Florio e i suoi Vini e i suoi Passiti e i Musei che riportano alla memoria l'indimenticabile "Spedizione dei Mille"..

La vita di Selinunte fu assai breve. Costruita dai Greci, fu coinvolta nella rivalità con Segesta, prima dell'avvento dei romani la distrussero attorno nel 250 a.C., dopo appena duecento anni di storia, ma i resti della città sono tuttora una presenza assai imponente. Il parco archeologico di Selinunte è infatti, coi suoi 1700 mq, il più vasto d'Europa. Il sito è diviso in tre aree: l'Acropoli, dedicata al culto delle divinità, il Santuario di Demetra Malophoros, il cui culto era molto diffuso all'epoca, e l'area della collina orientale, disseminata di magnifici templi e santuari.

Tutto è in miniatura, il paesino e il porticciolo si fondono alla natura più selvaggia. Una sola mulattiera la attraversa da un lato all'altro, dal porticciolo incuneato nelle rocce sino al Faro di Capo Grosso, battuto da un vento incessante, a picco sul mare. Imperdibile è la visita alla Grotta del Genovese, straordinaria testimonianza preistorica in cui sono visibili graffiti risalenti ad oltre 10.000 anni fa, che indicano la presenza di una comunità già allora dedita alla pesca del tonno, basata su vincoli tribali e votata alla pratica della magia.

Favignana è la più grande delle tre isole Egadi, la più vicina a Trapani e offre una maggiore varietà di paesaggi: dai fondali sabbiosi di Cala Azzurra, a quelli rocciosi di Cala Rossa e Bue Marino, alle spiagge attrezzate di Lido Burrone, ai ciottoli, passando per i Faraglioni e Punta Sottile.

L'incanto del mare cristallino e puro, non vi faccia dimenticare che da qui è passata anche la storia. Arrivando noterete, senza dubbio, la grande tonnara di Favignana, un tempo appartenuta alla ricca e potente famiglia Florio. Parte non irrilevante del grande impero economico dei Florio, da metà '800 in poi, la tonnara di Favignana fu nota per le spettacolari ed abbondantissime mattanze, con il quale i tonnaroti pescavano il pregiato tonno rosso del Mediterraneo. Su questo si è retta, per decenni, l'economia dell'isola.

Più lontana dalla costa c' è Marettimo, protesa come un avamposto sul mare aperto. Queste acque custodiscono segreti senza tempo, chiusi per sempre nei relitti sui fondali, a memoria delle gloriose rotte fenicie, greche e romane, e delle sanguinose battaglie che vi si sono consumate nei secoli. E' la meta più incontaminata dell'arcipelago, una straordinaria oasi naturalistica percorsa da sentieri dominati dal silenzio, sospesi su acque di cristallo. I pescatori sono gli unici abitanti di questo luogo, sono loro che conducono al giro dell'isola, ad ascoltare i segreti che echeggiano nelle grotte.